Marchio di colore, ovvero come un colore può diventare brand: il rosa Barbie
Approfondiamo il tema del marchio di colore. Nel mondo dinamico del marketing e della proprietà intellettuale, il colore gioca un ruolo sorprendentemente potente. Non è raro che le aziende si affidino a colori specifici per rafforzare la loro identità di marca e distinguersi nel mercato. Questa strategia, tuttavia, solleva una questione intrigante: può un colore diventare un marchio in sé e per sé? La risposta, come dimostra il caso del “rosa Barbie” di Mattel, è complessa.
Tradizionalmente, i marchi sono stati concepiti come parole, slogan o loghi utilizzati dalle aziende per identificare la loro origine commerciale. Tuttavia, negli ultimi decenni, la definizione di ciò che può essere registrato come marchio si è evoluta significativamente.
Oggi, elementi non convenzionali come suoni, forme, sequenze multimediali e, sì, colori possono essere protetti come marchi, a condizione che soddisfino certi criteri.
- Il blu Tiffany. Tiffany & Co. ha registrato con successo il suo distintivo blu (Pantone 1837) per l’uso in una varietà di categorie di prodotti, comprese scatole di gioielli e shopping bag.
- Il viola di Cadbury. La società di cioccolato Cadbury ha lottato legalmente per proteggere una specifica tonalità di viola (Pantone 2685C) associata alla sua confezione di cioccolato.
Uno degli elementi essenziali, ad esempio, sottostante alla registrabilità di un marchio di colore, è che quel dato colore in relazione ai prodotti/servizi rivendicati possa dirsi distintivo per il pubblico di riferimento che quindi assocerà tale colore riferito a determinati prodotti/servizi ad una data origine imprenditoriale.
Il rosa Barbie
Il “rosa Barbie” fornisce un esempio istruttivo sul marchio di colore. Sebbene Mattel non abbia attualmente una registrazione di marchio per questa specifica tonalità di rosa, il colore è diventato sinonimo del marchio Barbie nel corso degli anni. Attraverso campagne di marketing strategiche, confezioni di prodotti e persino il grande schermo, il rosa Barbie è diventato indistinguibile dalla bambola iconica e dal suo vasto universo di prodotti correlati.
Questo riconoscimento generalizzato non è passato inosservato. Sebbene Mattel non abbia mai registrato il colore il “rosa Barbie”, l’associazione prevalente del colore con i suoi prodotti offre comunque a Mattel una base per opporsi agli usi che considera inappropriati da parte di altri.
In effetti, la società ha intrapreso azioni legali contro ciò che percepisce come infrazioni, sottolineando la sua convinzione nella connessione tra il colore rosa e l’identità del marchio Barbie.
Quindi, anche se il “rosa Barbie”, non è attualmente un marchio registrato, funziona praticamente come tale ossia come “marchio di fatto”, previsto e protetto ad esempio dalla Legge Italiana.
Nel caso del “rosa Barbie” il colore ha nei decenni guadagnato sul mercato un ruolo primario e si è di per se radicato nella percezione del consumatore come indicatore distintivo di origine che potrebbe anche andare al di la del limitato riferimento ai giocattoli per bambine.
Alla luce di queste considerazioni non sarebbe sorprendente se, in futuro, Mattel decidesse di depositare ed ottenesse con successo il marchio di colore per il suo –oramai- famoso rosa.
Questo atto servirebbe non solo a rafforzare la proprietà intellettuale esistente della società ma anche a sottolineare l’importanza e il potere del colore nel contesto del branding moderno. In un mercato sempre più saturo, elementi unici come il “rosa Barbie” diventano ancora più vitali per mantenere una connessione distintiva e riconoscibile con i consumatori globali.
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Dragotti & Associati è uno studio professionale specializzato nella consulenza in materia di protezione della proprietà intellettuale ed industriale. Questa attività comprende i servizi professionali relativi allo studio, alla stesura ed al deposito di domande di brevetto, modello di utilità, design e marchio di impresa.