L’innovazione Made in USA: la classifica dei brevetti 2019
Oggi il mercato è sempre più complesso: una pluralità di attori si contende l’attenzione del pubblico e perciò le aziende, per costruire e mantenere la leadership nei loro settori, devono continuamente innovare la propria offerta e il proprio valore, per stare un passo avanti rispetto ai loro competitor e mantenere sempre alto l’interesse degli acquirenti.
Per tutelare i propri investimenti in Ricerca & Sviluppo e per conquistare questo vantaggio competitivo, le imprese ricorrono ai brevetti per garantirsi il diritto d’uso esclusivo della proprie invenzioni e impedire a terze parti di impiegarle per i loro interessi.
Non c’è quindi da stupirsi che IFI Claims, società americana che raccoglie dati sul mondo della proprietà intellettuale, riporti che nel 2019 l’ufficio brevetti e marchi statunitense (USPTO) ha raggiunto la quota record di 333.530 brevetti concessi, con una crescita del 15% rispetto al 2018.
Si tratta del coronamento di un quinquennio di intensa attività di invenzione, con almeno 300mila brevetti concessi all’anno (solo il 2015 ha mancato, di poco, questa cifra) e circa il doppio di domande presentate.
Un numero così elevato di rifiuti è intrinseco al processo stesso di brevettazioine, poiché ogni domanda viene valutata attentamente per identificare le sue caratteristiche di originalità e novità, effettuando confronti con la tecnica nota anteriore al deposito; superata questa fase, è comunque possibile che il brevetto venga revocato poiché terze parti potrebbero chiederne il riesame.
La ricerca di anteriorità e una curata redazione della domanda permettono di evitare inutili sprechi di tempo e denaro, e di arrivare preparati di fronte a eventuali obiezioni: per queste motivi, è molto importante affidarsi a professionisti di comprovata esperienza per valorizzare la propria proprietà intellettuale.
Tornando ai dati presentati da IFI Claims, la società americana ha stilato una classica di tutte le imprese che hanno ottenuto la concessione di brevetti nel corso del 2019.
Si osserva con un certo stupore che i colossi digitali americani (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google, il cosiddetto gruppo FAANG) non raggiungono neanche la Top Five: in ordine troviamo al 7° posto Apple (2490), 9° Amazon (2472), 15° Google (2012), 36° Facebook (989), mentre Netflix è addirittura fuori dalla classifica.
Sul podio invece troviamo IBM che da sola ha ottenuto la concessione di 9262 brevetti; al secondo posto c’è Samsung con 6469 brevetti, mentre il terzo posto è stato conquistato da Canon, con 3548 brevetti.
Per IBM è il 27° anno consecutivo che ottiene il primo posto in questo tipo di classifica, rimanendo un leader dell’innovazion anche di fronte ai business più giovani e innovativi; similmente troviamo Microsoft di fronte alle aziende del gruppo FAANG, per la precisione al 4° posto con 3081 brevetti.
L’analisi dei dati condivisi da IFI Claims permette di tracciare un quadro dei trend dell’innovazione verso cui stanno investendo le imprese: si osserva un grande interesse nei settori di medicina, biotecnologia e automotive.
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