Le novità per i brevetti in materia di ricerca e innovazione
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha annunciato sul proprio sito che “L’ultimo passo cruciale per raggiungere la milestone MIMIT del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è stato compiuto con la recente sottoscrizione del decreto interministeriale da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR)”.
Questo decreto concerne le Linee guida che individuano i principi ed i criteri specifici per la regolamentazione dei rapporti contrattuali tra le strutture di ricerca ed i soggetti finanziatori dell’attività di ricerca a seguito della modifica, apportata dalla L. n. 102 del 24 luglio 2023, all’articolo 65 del Codice della Proprietà Industriale.
Il decreto interministeriale (D.M. 26/09/2023, pubblicato nel sito del Ministero delle imprese e del made in Italy ed in Gazzetta Ufficiale il 3/11/2023, n. 257) attua le disposizioni della legge n. 102 del 24 luglio 2023, che ha riformato il Codice della Proprietà Industriale (c.p.i.).
Le modifiche apportate promuoveranno una collaborazione più integrata tra imprese, università, istituti di ricerca e IRCSS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) all’interno dell’ecosistema di ricerca e innovazione, facilitando l’accesso alla proprietà industriale.
Tra le novità più rilevanti si segnala la revoca della normativa precedentemente nota come “professor’s privilege”, mediante la modifica dell’articolo 65 c.p.i.
Per “professor’s privilege” si intende quella disposizione contenuta nel Codice della proprietà industriale che attribuiva ai professori/ricercatori universitari la titolarità esclusiva delle invenzioni realizzate nell’ambito della loro attività scientifica.
La norma era stata introdotta nel 2001 per incentivare l’innovazione da parte dei ricercatori universitari, ma ha avuto un impatto limitato e controproducente. Secondo alcuni studi, infatti, la norma ha disincentivato la collaborazione tra professori/ricercatori e imprese, riducendo la possibilità di commercializzazione delle invenzioni.
L’abrogazione del “professor’s privilege” è quindi da molti ritenuta un passo importante per la promozione dell’innovazione in Italia.
La nuova normativa, infatti, attribuisce la titolarità delle invenzioni all’università/enti pubblici di ricerca, o comunque alla struttura di appartenenza dell’inventore – ricercatore, che potrà quindi gestire in modo più efficace il processo di valorizzazione. Tuttavia, in caso di inerzia da parte dell’ente, il ricercatore ha ancora la possibilità di presentare in modo indipendente la domanda di brevetto.
L’abolizione del “professor’s privilege” permetterà, secondo gli obiettivi del legislatore, agli enti di ricerca di avviare efficaci iniziative per la valorizzazione delle innovazioni e il trasferimento tecnologico, incrementando in tal modo la competitività a livello nazionale. L’obiettivo è quello anzitutto di allineare l’Italia con gli altri maggiori Paesi occidentali e realizzare l’interazione tra la sfera della ricerca pubblica e quella industriale, influenzando positivamente lo sviluppo di nuove tecnologie.
Le novità introdotte dalla modifica all’art. 65 c.p.i. e dal decreto interministeriale dovrebbero dunque favorire:
- Migliore tutela dell’innovazione attraverso i brevetti, contribuendo a creare un ambiente più favorevole alla ricerca e allo sviluppo.
- Aumento della competitività: la tutela dei brevetti consente alle imprese di competere in modo più efficace sui mercati internazionali.
- Stimolo all’investimento in R&S: grazie alle modifiche legislative le aziende potrebbero sentirsi più incentivate e tutelate (mediante appunto i contratti da redigersi secondo le indicazioni contenute nelle linee guida) ad investire in ricerca e sviluppo, sapendo che le loro innovazioni saranno protette in modo più efficiente e conveniente.
- Collegamenti più forti tra ricerca e industria: con la revoca del professor’s privilege, si prevede una collaborazione più stretta e produttiva tra università e settore industriale. Ciò dovrebbe accelerare il trasferimento tecnologico e la commercializzazione delle innovazioni, alimentando la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.
- Potenziale incremento nell’innovazione qualitativa: la nuova normativa potrebbe condurre a un miglioramento nella qualità delle ricerche poiché le università, avendo ora un interesse diretto nei risultati commerciali delle invenzioni, potrebbero incentivare ricerche con maggiore potenziale di mercato.
Il decreto interministeriale ha quindi il potenziale per rappresentare un importante passo avanti per la promozione dell’innovazione in Italia.
Tuttavia, come con ogni cambiamento legislativo, gli effetti positivi attesi dipenderanno dall’implementazione pratica delle nuove regole e dalle politiche interne delle università e delle imprese. Sarà fondamentale monitorare attentamente come queste modifiche influenzeranno il comportamento sia degli enti di ricerca che delle imprese.
Inoltre, la formazione e la sensibilizzazione sulla proprietà intellettuale e industriale dovranno essere intensificate. Le università, gli enti di ricerca e le aziende potranno quindi essere più consapevoli dei loro diritti, delle opportunità e delle responsabilità derivanti da queste modifiche legislative, grazie alla consulenza di qualificati esperti della materia.
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Dragotti & Associati è uno studio professionale specializzato nella consulenza in materia di protezione della proprietà intellettuale ed industriale. Questa attività comprende i servizi professionali relativi allo studio, alla stesura ed al deposito di domande di brevetto, modello di utilità, design e marchio di impresa. I professionisti dello studio Dragotti & Associati assistono il cliente prima, durante e dopo la registrazione di un brevetto per valorizzare e tutelare la sua innovazione. Per saperne di più contattaci.