Ricerca e brevetti: best practice
La ricerca scientifica è fondamentale per lo sviluppo di nuove conoscenze e tecnologie, ma quando si tratta di valorizzare i risultati della ricerca, gli enti di ricerca, pubblici o privati, possono dover scegliere tra due opzioni principali: pubblicare i risultati in una rivista scientifica o brevettare l’invenzione.
Pubblicare i risultati della ricerca in una rivista scientifica è un modo importante per diffondere le conoscenze e garantire che la ricerca sia disponibile per altri ricercatori. La pubblicazione in riviste scientifiche, inoltre, può aumentare la visibilità dei risultati della ricerca condotta e migliorare la reputazione accademica del ricercatore e dell’ente di ricerca presso cui lavora, favorendone inoltre la partecipazione ad altre opportunità di ricerca e finanziamenti. E, soprattutto per i ricercatori made in Italy, accelerare la loro carriera.
Emblematica la presa di posizione di Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec: “Gli scienziati e i ricercatori italiani sono troppo orientati alla pubblicazione delle loro ricerche, perché è così che il sistema universitario le valuta ai fini della carriera. Un sistema di questo tipo penalizza invece chi potrebbe investire in quel progetto e si vede impossibilitato a farlo”.
Una volta pubblicato, infatti, il progetto scientifico perde la possibilità di essere brevettato. Poiché il brevetto richiede che l’invenzione sia nuova e non già di dominio pubblico, anche se la divulgazione è effettuata dall’inventore stesso. Quindi, se il progetto è stato divulgato pubblicamente, e non è più possibile tutelarlo tramite un brevetto, i terzi potrebbero essere meno incentivati ad investire in tale tecnologia e ciò potrebbe limitare lo sviluppo e la commercializzazione dell’idea, anche se di valore.
L’importanza del brevetto
La scelta di brevettare un’invenzione è sicuramente cruciale in quanto fornisce diritti di proprietà intellettuale esclusivi sullo sfruttamento economico dell’invenzione, impedendo che terzi sfruttino l’innovazione senza riconoscere alcunché all’inventore o al suo avente diritto . Il brevetto, quindi, può proteggere gli investimenti in ricerca e sviluppo, creare un vantaggio competitivo e fornire una fonte di reddito attraverso la concessione di licenze o la vendita del brevetto.
Una volta brevettata una scoperta può essere pubblicata?
Rispondiamo citando un articolo apparso su ScienzaInRete.it a firma di Riccardo Pietrabissa, Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale al Politecnico di Milano, dal titolo “Pubblicare o brevettare? Falso problema”. “Chi sostiene che pubblicazioni e brevetti sono incompatibili si sbaglia, sono perfettamente compatibili avendo tempi diversi e finalità diverse”.
Ecco perché la pubblicazione di una scoperta scientifica deve essere gestita con attenzione, anteponendo una valutazione sull’opportunità di tutelarla tramite una domanda di brevetto prima che sia troppo tardi e valutando attentamente i possibili vantaggi di un successivo trasferimento tecnologico.
Il trasferimento tecnologico
Il trasferimento tecnologico è il processo attraverso il quale conoscenze, competenze, tecnologie sviluppate in un contesto di ricerca scientifica, vengono trasferite o rese accessibili ad un contesto di mercato.
Il trasferimento tecnologico può assumere diverse forme, come la vendita o la concessione in licenza di brevetti e di know-how, o la creazione di joint venture. In ogni caso, l’obiettivo del trasferimento tecnologico è quello di creare valore attraverso l’applicazione di conoscenze e tecnologie non disponibili in un contesto di mercato.
Parecchie Università e Centri di ricerca italiani hanno attivato al loro interno un TTO (Technology Transfer Offices), un Ufficio per il Trasferimento Tecnologico. Si tratta di soggetti complementari alla ricerca che fungono da collegamento tra il mondo universitario e il mercato, e che si occupano di favorire il processo di trasferimento. Sia supportando l’attività dei ricercatori nel far comprendere le esigenze del mercato, e le potenzialità della loro scoperta, che supportando l’Università o il centro di ricerca nel trasferimento dei titoli di proprietà intellettuale. Alcune Università non hanno un TTO. Oppure alcuni ricercatori preferiscono informarsi in modo indipendente dai TTO della loro Università.
In entrambi i casi possiamo dare una mano.